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21 Dicembre 2011 "FRAMMENTI" In un'epoca di incertezze globali e del lucido progetto di quanti inseguono il profitto ad ogni ora del giorno sui "curvi della terra", da surreali petti squarciati ad arte si libra un urlo, visibilmente udibile al diritto di parola, ad un probabile essere "connessi": il mio numero, il mio spazio, il mio nome, stelle colorate di carta su un firmamento immacolato (chissà dove, chissà quando). Vortici di pensieri si coagulano in una scia concentrica o ellittica dove vive il passaggio dell'esserci o dell'esserci stato. Nastri di parole emersi da archivi polverosi della mente inneggiano alla luce del raccontarsi su muraglie di basalto, nere, dove tracce di sogni di bambini disegnano la speranza nelle sembianze di un aquilone leggero o di una falce assonnata di luna nuova. Ai tavoli di un bar, fantasmi di volti assorti in un altrove remoto rimandano, dai movimenti ingessati, ad improbabili approdi di relazioni impossibili. Nelle opere e nei giorni dello scialo e dello spreco, accumulazioni di feticci consumistici ad ogni data di calendario seguono parabole di disperazione e di felicità per pochissimi. In uno spazio morbido di contaminazioni visibili e di geometrie leggere, di felici conurbazioni, si gioca il sogno di un mondo che vorremmo, dove le voci rompono i silenzi, dove gli sguardi vivi si abbracciano, dove la parola seme, germoglio, frutto è il cuore di noi tutti migranti della Terra. Maria Puca |